mercoledì 16 marzo 2016

I NOSTRI TESTI PIU' INTERESSANTI ...

Fra i racconti autobiografici scritti ultimamente, questi sono i più" interessanti" :

Ho provato una grandissima fitta al cuore quando alla mia mamma è arrivato un messaggio su cui c' era scritto che c' era un gatto grigio morto sulla strada. Mamma e babbo sono andati a cercarlo. Era lì. Morto. Ancora caldo. Quando sono ritornati mamma si è messa a piangere mentre babbo era tranquillo, calmo come se niente fosse. Io ero disperata: era come se il mio miglior amico fosse morto e da tanto che mi dispiaceva non riuscivo nemmeno a piangere. Oggy, il gatto, era il mio migliore amico per molti aspetti: quando ero triste e/o piangevo lui mi consolava giocando un po' con me; mi ascoltava anche quando aveva voglia di giocare; la sera, di venerdì, quando si guardava un film di paura lui, si metteva sulle mie ginocchia a tremare come un pulcino...
 Ormai è passato molto tempo da quando è morto Oggy, però il dolore non è passato, anzi è aumentato e tutte le notti io ci piango sperando che babbo e mamma si convincano a prendere un nuovo gatto anche se io e le a mia famiglia sappiamo che quasi sicuramente ci morirà.
Io so per certo che Oggy non lo dimenticherò mai !
Era dolce e premuroso ed ora che non c' è più, sento che dentro il mio cuore manca qualcosa di molto grande. Mi consolo con la musica e anche Anita ha trovato un " rimedio " a Oggy : tutti i peluche che ha ora sono stati comprati negli ultimi cinque  mesi. Oggy era veramente il migliore amico che si potesse avere .
 Mi chiedo se sia solo un caso che gli animali durino così poco?
 Mi rispondo da sola : no, perché  Cirillo, un gatto persiano, è morto a venti anni.
Saranno i certosini che muoiono prima di un anno, ma resterà sempre nel mio cuore!
(Vittoria)





Martedì io e la mia squadra di pallavolo,siamo andate a fare una partita "amichevole".La partita era a Fucecchio,in via Leonardo Da Vinci.La palestra era grandissima!...Entrammo,vedemmo le nostre avversarie allenarsi.
Ci andammo a cambiare,e quando scendemmo in campo...vedemmo le nostre avversarie, schiacciare,ci siamo messe a "tremare".
Nei loro occhi vedevamo la grinta ,la forza,noi sembravamo "cagnolini bagnati in primavera".
Dopo esserci allenate,  iniziò il primo set;all'inizio andavamo andavamo bene eravamo 6-4, ma poi diventarono 6-10.L'ansia aumentava e la speranza diminuiva.
Io ero in panchina a fare il tifo;ad un certo punto persi la voce,ma la ripresi subito.
Finì il primo set 16-25.
Iniziò il secondo set;entrai io ero nervosa,avevo l'ansia fino al collo.Mi arrivò la palla,la presi ,andò di là e feci punto!Eravamo già 1-0 ero felice!Dopo dieci minuti arrivò il pallone a me, lo presi e...punto,4-6.
Finì il secondo set,iniziò il terzo.
Entrò Marta  e fece una specie di punto: prese la palla, però, era alta.Quindi la prese con il bagué,  io gliela alzai e facemmo punto.
Finì il terzo set: eravamo tristi 20-25.Peccato...ritornammo a casa deluse.Però,pur perdendo,lo avevamo fatto a testa alta.E questo bastò alla mia allenatrice.Sarà la prossima volta.Tanto abbiamo un'altra partita il 19 Marzo.
(Benedetta)


Io ero lì, accanto a Lavinia, erano appena le 10:00 e mi ricordo di aver detto che non ci saremmo mai staccate di banco, neppure per un secondo.
Il giorno seguente la maestra si presentò in classe, come sempre seduta accanto alla cattedra e io, lì per lì, non è che avessi pensato a qualcosa di strabiliante o di grave, poi le prime parole che pronunciò, furono:
-Oggi si cambieranno i posti, a tutti. Io che sudavo e Lavinia che parlava dicendo che sarebbe andato tutto bene, ma non fu così. La maestra disse che Mattia avrebbe preso il mio posto e che io sarei dovuta andare da sola, come dico io, nel banco "penitenza" ma, certamente per un motivo.
Io e Lavinia siamo grandissime amiche da sempre e, quando la maestra ci assegna un compito, o una ricerca da fare a coppie, noi ci scambiamo delle occhiate misteriose o, certe volte, ci facciamo dei gesti con le dita disponibili.
Ritornando a noi, io ero lì, in fondo, tutta sola, e quando vedevo, anche solo per un istante, Lavinia che rideva per le parole pronunciate da Mattia,il mio sangue, invece di essere un liquido color rosso scuro mi diventava rosso per  la tristezza e per la rabbia.
Lo so che la maestra vuole che tutti gli alunni della classe stiano accanto per conoscersi sempre meglio, ma stare accanto a Lavinia mi rassicurava, quindi avrei quasi sconfitto la mia insicurezza. Mi dispiace molto perché alle medie non so se ci sarà o no; ci prestavamo le cose, ci raccontavamo i segreti più intimi, ma la cosa più importante è che ci capivamo dalla semplice espressione del volto. Alcune volte litigavamo  per una sciocchezza e quello è normale per due migliori amiche.
Credo proprio che una bimba come lei non si possa più trovare.
(Angelica)


Una volta,come tutte le sere, eravamo giù in cucina ad aspettar di mangiare.
Ad un certo punto mamma e babbo si sono rattristati. Hanno detto che era successa una cosa tragica che nessuno si aspettava.... nonno Franco (Gianfranco) era morto.
A quel punto sono stato circa dieci secondi zitto, poi ho incominciato a piangere.
Mamma e babbo hanno detto che i dottori ci avevano messo il massimo impegno, per curare quel cancro.A quel punto ho ripensato alle cose che avevo fatto insieme a lui, alla sua durezza, ma anche al bene che gli volevo.
Nonno mi manca tantissimo e alcune volte penso a lui.
Anche se scorbutico, sboccato e un po' violento, quando voleva, sapeva trasmettere amore.
A cena, poi, c'è stato un silenzio totale.A letto, non ho voluto pensarci, perché altrimenti sarei stato sveglio tutta la notte.
Il giorno dopo sono stato tutto il tempo in silenzio : non ho detto niente a nessuno.
Forse, ripensandoci, avrei dovuto chiedere l'appoggio di qualcuno.
Ci vediamo in paradiso, nonno!
(Leonardo)



Per qualche anno sono stata la compagna di banco di Angelica , ma un brutto giorno la maestra ci ha separato : certo,lo ammetto, io Ange,  Niky e Bene eravamo il gruppo delle chiacchierine , ma speravo che ci separasse facendoci restare a coppie ( forse non mi sono spiegata bene :metteva io e Ange da una parte e Bene e Niy da quella opposta ).Ma no! "Il bel gioco dura poco"!
Stringevo la mano alla mia migliore amica , cercavo di rassicurarmi ma non ci riuscivo; ero spaventata , impaurita, l'ansia fatta persona! Va bene , ora forse ho un po' esagerato ma... non posso stare senza la mia Angy!!! Io e lei ci capivamo al volo ; le raccontavo della pallavolo  e lei mi parlava delle sue vicende con le insegnanti di pianoforte ( io la capivo benissimo perché anch'io suono il pianoforte)
(Lavinia)

Non ho vissuto molte esperienze brutte, ma quella che ricordo con maggior tristezza, sono la morte di una persona  a cui ero affezionata e quella di alcuni amici fedeli e...pelosi.
Quando ero piccola, a casa mia viveva ancora la bisnonna, nonna Dalmazia.La ricordo poco, perché ero molto piccola, ma ricordo che, prendendo esempio dal mio babbo che talvolta le dava un po' "noia", iniziai a farlo anch'io, poche volte, però, perché mi rendevo conto che era anziana e suggerivo anche al babbo di smetterla.Ricordo, inoltre, che era lei a farmi una gran parte dei regali che desideravo. Mi diceva che nell'armadio aveva "tutti i giochi del mondo" che volevo.
Una brutta mattina la nonna è venuta e ci ha annunciato che la cara nonnina era morta. Ci sono rimasta molto male perché non avrei rivisto più una persona alla quale volevo bene, non solo "la mia casa del giocattolo".
Quel periodo è stato molto triste: a distanza di poco tempo, sono morte, sia la cagna dei miei nonni, Birba, sia Pallina, l'altra mia cagnolina.
 Birba, una era una cagnolina di diciotto anni dal pelo sofficissimo a  macchie color nocciola e bianche, alla quale eravamo tutti molto attaccati: la sua perdita è stata causata da una macchina che l'ha investita sulla strada. Pallina aveva il pelo nero, un po' ispido, ma era ugualmente un cane dolce e molto docile: era il mio compagno di giochi.
Questa successione di eventi brutti, avvenuti a poca distanza di tempo l'uno dall'altro, è stato il periodo più difficile per la mia famiglia. Da allora cerchiamo di stare molto fra noi, per trascorrere momenti sereni, così quando arriveranno quelli brutti, ci ricorderemo questi con il sorriso.
Nella vita succederanno certamente momenti tristi; a giugno, per esempio, dovrò lasciare quella che da cinque anni è la mia seconda casa.....Meglio non pensarci! Purtroppo le lacrime non mancheranno mai nella vita!
(Noemi)

Pochi anni fa possedevo un pony, Valentina, che io chiamavo Titina: era alta abbastanza per essere un pony, con la criniera marrone in inverno e bionda in  estate; il suo mantello era marroncino chiaro su tutto il corpo e sulla pancia era bianco. Era un membro della famiglia a tutti gli effetti, però a quattro zampe!
Un brutto giorno si fece male ad una caviglia: chiamammo il veterinario. Io e la mia sorella stavamo lì, accanto a lei per tranquillizzarla, ma dopo averla curata, si è dovuta mandare via perché serviva uno specialista.
Da allora ho passato molte ore in camera mia a piangere: sentivo fortemente la sua mancanza. Mi ricordo ancora quando papà prese in braccio mio zio per metterlo sulla groppa del mio amico pony perché lui ne aveva paura, ma una volta salitoci, non voleva più scendere.
 Valentina voleva prendere il cibo solo da me e, quando non glielo davo, mi si avvicinava e urtava il suo muso contro di me come per dirmi: "Allora, dov'è la mia razione di cibo? Sbrigati, ho fame !" .Una volta fui assalita, in giardino, da due cani; il mio pony corse subito in mio aiuto: ne fece volare in aria uno e mise in fuga l'altro.Mi aveva protetto come un cane da guardia!
Ora Valentina abita vicino alla mia campagna, ma purtroppo non ci posso andare per motivi familiari.
Lei sarà per sempre il mio pony coraggioso o, come si dice in questi casi, il mio supereroe e non la dimenticherò mai!
(Asia)

Sono ormai passati tanti anni da quando è successo il fatto di cui parlerò.
Ero in Italia, in casa mia e stavo dormendo; improvvisamente la mia mamma mi svegliò, piangendo e mi disse che era successa una cosa terribile:era morto il mio nonno materno.
Dovevamo andare al suo funerale, in Cina; io ero un po' emozionato perché non avevo mai partecipato ad un funerale e perché ero dispiaciuto per la morte del nonno.
Salimmo sull'aereo e partimmo. Dietro ai sedili c'erano una specie di televisori ai quali si poteva giocare, guardare dei film o ascoltare musica: forse sono stati messi per non far annoiare i passeggeri perché il viaggio
durava circa due giorni.
Quando arrivammo a casa del nonno, vedemmo tutti i miei parenti,  tristi e piangenti; la mamma corse vicino ad un contenitore di vetro, all'interno del quale il nonno sembrava dormire, e accanto a cui c'erano la nonna e la zia.
Andammo nelle nostre camere, ma io non riuscivo a dormire; il giorno seguente mi svegliai molto presto: vidi la mamma già alzata parlare con le zie e gli zii. Fuori pioveva ; ci preparammo per uscire con l'impermeabile e seguimmo il nonno chiuso nella sua bara di vetro. Non sapevo dove dovevamo andare; camminammo per ore ; avevo i piedi che mi sentivano: Finalmente arrivammo al luogo dove "bruciano" i morti: era l'ultima volta che vedevo il nonno. Dopo un po' di tempo uscì un signore con una scatola che  conteneva le sue ceneri; facemmo un ultimo viaggio per raggiungere il cimitero dove deponemmo l'urna.
E'  stata un'esperienza davvero triste!
(Paolo)

Un giorno, a fine agosto di due anni fa, portavo il cane dei miei cugini a fare una passeggiata in montagna.Quel cane era simbolo di forza e coraggio,  per me.
Ad un certo punto sparì insieme a due cagnoline e non lo trovavamo più.
Dopo averlo chiamato più volte,  ci accorgemmo che era dietro una curva steso, senza vita.
Non riuscivo a smettere di piangere: sembravo una fontana.
Non riuscivo ad "ingoiare" il fatto appena accaduto.
Io, mio fratello e mio cugino quando arrivammo davanti al nostro amico a quattro zampe, iniziammo a piangere.Poi, finalmente, arrivò mio zio che caricò il cane . Tornammo a casa .
Era morto d'infarto.
A casa eravamo in nove a pensare al nostro amico peloso.
Non sono mai stata così male: avevo gli occhi rossi per il pianto, il corpo pesante per la tristezza e avevo le occhiaie lunghe, marroni.
Secondo voi forse non bisognerebbe essere tristi per un cane, ma lui era diverso da tutti gli altri: aveva gli occhi grandi, profondi, espressivi; aveva il pelo bianco sporco, lo accarezzavo con gusto,;era il mio migliore amico, il mio diario segreto al quale raccontare tutti i miei piccoli-grandi segreti
Una parte del mio cuore contiene i momenti di gioia e di serenità vissuti con lui.
Se fosse possibile esaudire un desiderio, lo farei tornare in vita.
Ciao, Javier, cagnolino mio, mi manchi molto.
(Nicole)  

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